Si è svolto a Perugia il 24 marzo 2018 il convegno dell’AILD – Associazione Italiana Lions per il Diabete in collaborazione con il Lions Club Distretto 108L, sul tema “Diabete: l’efficacia della pratica sportiva e della dieta mediterranea nella prevenzione e le nuove frontiere della ricerca scientifica”.
A seguito del grande successo di pubblico e dell’interesse destato nella comunità si ritiene di far cosa gradita e utile rilanciando alcune delle principali evidenze presentati dagli illustri relatori ed ospiti nel corso dei lavori convegnistici dei quali si dà conto si seguito.
Il Presidente dell’A.I.L.D., Prof. Paolo Brunetti, ha illustrato i risultati del progetto nazionale di screening del diabete e del rischio di diabete, condotto in collaborazione con Federfarma, indicando tra l’altro i più rilevanti rimedi all’epidemia di diabete consistenti nell’individuazione precoce dei soggetti a rischio e nella diagnosi attraverso il controllo della glicemia. Lo studio ha infatti dimostrato che una valutazione di un campione ampio di soggetti “pre diabetici” ha mostrato come la popolazione a qualche titolo coinvolta nella patologia diabetica risulti superiore al 30%.
Il Dr. Giuseppe Fatati, nella sua comunicazione sul tema della nutrizione, società e arte, ha incentrato il ragionamento sul ruolo della dieta mediterranea quale “certezza” di benessere e bellezza, tracciando suggestive correlazioni e complessi parallelismi nel rapporto tra nutrizione e arte. Uno spazio di riflessione particolarmente accattivante è stato quello dedicato alle molteplici dimensioni rilevanti che si possono utilizzare per definire il tratto di personalità tipico della via mediterranea all’alimentazione.
Il Prof. Riccardo Calafiore, dell’Università di Perugia e coordinatore scientifico del Centro Internazionale Lions per la Ricerca sul Diabete di Terni, ha ampiamente trattato gli argomenti circa le nuove frontiere sperimentali della terapia cellulare e molecolare per il trattamento e la prevenzione del diabete mellito di tipo 1 (T1D), ricordando che al momento attuale, l’unica terapia disponibile resta la plurima somministrazione giornaliera di insulina, la quale, tuttavia, non rappresenta la cura radicale.
Il relatore è quindi passato alla disamina delle direttrici terapeutiche sperimentali, inaugurate negli anni ’70 con il trapianto di pancreas intero o delle insule di Langerhans contenenti le β-cellule. Una tecnica che, pur avendo presentato un numero limitato di successi, ha segnalato grandi problemi legati alla ridotta disponibilità di donatori umani e alle reazioni di rigetto.
Queste le ragioni di fondo per cui si sono intrapresi da diversi anni nei laboratori gli studi di nuove tecnologie, basate sull’impiego di cellule staminali adulte. Dopo anni di studi cellulari e molecolari in vitro, i primi trapianti sperimentali nell’unico modello animale di T1D umano, il topo NOD, hanno recentemente dimostrato che nella quasi totalità dei riceventi è possibile ottenere la remissione della malattia diabetica, purché il trattamento intervenga in epoca precoce, subito dopo l’esordio della malattia. Ciò, ha chiosato Calafiore, rappresenta, in sede traslazionale, una possibilità di intervento in pazienti a rischio di sviluppare il T1D, in cui sarebbe quindi possibile prevenire l’esordio della malattia.
Molto interesse ha suscitato anche l’intervento del Dr. Michele Martella che ha parlato del metodo naturale per la prevenzione del diabete, ossia quello fondato sul movimento e la pratica sportiva.
In questa sede sono state richiamate le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo le quali anche una sola mezz’ora al giorno di regolare attività fisica moderata determinano straordinari benefici per la salute.
Nello specifico, poi, è stato evidenziato come una combinazione di allenamento aerobico e di resistenza può essere più efficace nel migliorare il controllo della glicemia. Tuttavia, resta invalso che sono necessari ulteriori studi per determinare la spesa calorica totale, la durata dell’esercizio e le modalità di esercizio.
Il Prof. Felice Strollo, dell’Associazione Nazionale Atleti Diabetici, ha rassicurato gli astanti dicendo che la malattia diabetica, qualora priva di complicanze invalidanti, non costituisce motivo ostativo al rilascio del certificato di idoneità fisica ai fini della iscrizione nelle scuole di ogni ordine e grado, in riferimento alle attività sportive previste in questi ambiti. Così come è pienamente compatibile con lo svolgimento di attività sportive a carattere non agonistico e con l’accesso ai posti di lavoro pubblico e privato, salvo i casi per i quali si richiedano specifici, particolari requisiti attitudinali.
Strollo ha concluso informando che il paino nazionale sulla malattia diabetica, pur raccomandando un esercizio fisico moderato e costante, preferibilmente aerobico, tuttavia non esclude alcuno sport, anche tra quelli considerati agonistici, purché i praticanti sviluppino le necessarie capacità di autocontrollo.
Il Dr. Attilio Solinas, medico e Consigliere nell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, ha infine illustrato la nuova legge regionale in tema di sport e attività motoria, pure nei suoi riflessi sulla prevenzione e la cura delle malattie croniche. Solinas h affermato che è ruolo precipuo degli organismi politici quello di perseguire finalità di promozione e sostegno all’educazione dei cittadini verso stili di vita sani, quanto ad alimentazione, attività motoria, rispetto dell’ambiente. Compete parimenti alla politica, nella sua espressione amministrativa e di governo, il compito di introdurre forme di “prescrizione” dell’esercizio fisico strutturato, considerato alla stregua di strumento per la prevenzione o addirittura visto come “farmaco” per la cura di alcune patologie croniche quali il diabete. È ormai assodato, in effetti come l’unione tra l’attività motoria e la corretta alimentazione determini benefici scientificamente dimostrati per le persone, in termini di prevenzione e cura delle malattie croniche.
Da questo assunto deriva l’obiettivo di fondo della nuova normativa regionale che punta a contribuire alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico che parta dalle persone e dalla loro salute, consentendo anche la riduzione della spesa sanitaria. Naturalmente, per fare questo, occorre una forte e costante azione di sensibilizzazione e educazione sanitaria verso la popolazione.